Vittorio Presepi

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"Platone"

Quando parlo della bellezza delle figure, non voglio dire cio che la maggior parte della gente intende con queste parole: esseri viventi per esempio, o dipinti; io intendo la linea retta, il cerchio, le figure piane e solide formate sulla retta e il cerchio per mezzo di giri, di righe, di squadre...... perchè io sostengo che queste figure non sono come le altre, belle sotto qualche aspetto, ma che esse sono sempre belle per se stesse e di loro natura.



"Michel Seuphor"

Costruire vuol dire fare un ponte fra questo e quello Anche giocare vuol dire fare un ponte fra conosciuto e ignoto ed ecco venire il tempo in cui ogni struttura sarà gioco, ogni gioco sarà struttura.



"Vittorio Presepi"

Ogni idea progettuale porta inevitabilmente alla comparsa di un problema. Non tanto il problema, ma il concetto di problema. E' la problematicità stessa che in se racchiude e trova la sua ideale forma di espressione artistica. Le opere trovano spunto da intuizioni, tracce di pensiero ancora germinali che necessitano di sperimentazione e di abbandoni periodici, per raggiungere alla fine quell'equilibrio ideale fra l'idea originale e il compiacimento estetico. I rilievi, la ripetizione di segmenti, la progressione e compressione delle forme, le sfumature di ombre e luce portano ad una astrazione della realtà che invita l'osservatore alla massima libertà interpretativa. Non è mai imposta una visione preconfezionata dell'opera.



"Giorgio Villa"

L'utilizzo della carta nel fare artistico è pratica antica che ha generato tanti e tanti capolavori nel passato e nel contemporaneo. E' sua grande caratteristica la duttilità di impiego artistico per il disegno, la stampa, la pittura; è invece enormemente piu' raro l'utilizzo per la scultura. In ambito tridimensionale esiste, naturalmente, la tradizione giapponese dell'origami che ha comunque altre finalità della scultura vera e propria. Nella sua genialità Bruno Munari, grande maestro, uno dei maggiori del '900 nell'ambito internazionale, con la sua indimenticabile ironia ha realizzato le sue famosissime "sculture da viaggio" appunto realizzate con la carta.
Aldilà dell'utilizzo della carta per fasi di studio e bozzetti, pochissimi altri hanno pensato alla carta come materiale scultoreo; la carta in foglio è materia delicata ed effimera, ma è anche antitesi alla pietra, al marmo, al bronzo, al legno stesso.
Vittorio Presepi dopo la ormai lontana esperienza dell'origami, praticata con grande perizia e raffinata manualità, opera per puro amore, soddisfatto di gratificare se stesso, sperimentando e ricercando vere opere di scultura. L'artista usa la purezza materica della carta in foglio con esiti raffinatissimi di poesia plastica eterea e di esemplare leggerezza formale.
Le sue opere sono il frutto del rapporto di mediazione culturale con Giorgio Villa, ma unica e vera � la sua maestria nell'immaginazione costruttiva, per cui le sue opere costituiscono un unicum personale elaborato e complesso.
La seduzione delle sculture di Presepi è data anche dalle non comuni dimensioni delle opere che, per la natura della materia suscitano stupore grazie alla raffinata realizzazione delle volumetrie spaziali, utopiche forse, ma "indubbie emozioni plastiche" che ricordano, in altri tratti, la grande opera scultorea di Marcello Morandini.
Per raggiungere libertà dagli stereotipi occorre possedere un modo libero di pensare, senza limiti tecnici o espressivi, magari contestando i modi tradizionali di rappresentare cercando l'uso delle materie e degli oggetti che non sono considerati dalla tradizione artistica comune.